“Le rime del cuore attraverso i passi dell’anima” – Recensione a cura di Lorenzo Spurio

“Le rime del cuore attraverso i passi dell’anima”

di

Annamaria Pecoraro (Dulcinea)

Recensione di Lorenzo Spurio

Tra strade da percorrere,

ascoltando ancora,

con energia il cuore, correre,

con in tasca, l’autenticità.

(Da “Liberamente Viva”, p. 50)

La prima cosa che va detta è che la poesia di Dulcinea, pseudonimo di Annamaria Pecoraro, è pervasa da immagini edeniche e suadenti dalle quali si esaltano valori importanti (si noti, ad esempio i continui e mai banali riferimenti alla religione cristiana) e ancor più ai sentimenti puri: amore, amicizia, ma non solo. La poetessa è un’anima sensibile che non può far a meno di tracciare sulla carta quello che vive, quello che spera o, addirittura, quello che teme. Non si censura mai, non ci sono limiti a questa poetica che, infatti, non conosce ostacoli né zone d’ombra. La poetessa con un linguaggio pacato e dolce permette al lettore di imboccare un percorso in territori quasi mitici per il loro essere talmente pacificanti e godibili, in un mondo come il nostro dove, invece, domina la frenesia e l’invidia o quello che la poetessa definisce “un mondo/ dove l’ipocrisia avvolge”, in “Diversi e complementari”, p. 46).

Di contro a rimandi al cattolicesimo come “Sguardo nella croce” risultata finalista nel 2010 alla II Edizione del Premio Vivarium ad Honorem di Giovanni Paolo II o alla citazione iniziale di Madre Teresa, in altre poesie si respira, invece, un senso d’apertura e sospensione, quasi d’incertezza e d’ineludibilità, convogliate e personificate nella figura del destino: un destino visto come futuro incerto, come ipotesi o dubbio, mai come tragico, inesorabile e beffardo. Ed è anche in questo che mi sento di dire con una certa sicurezza che la silloge non conosce tristezza e dolore, nel senso esteso del termine; ci sono la malinconia, l’oblio, le false speranze, il ricordo amaro, la nostalgia, le lacrime, ma tutto è volto poi sempre alla “ri-scoperta” del sé, alla rivalutazione di sé e del rapporto con il mondo: ecco il significato delle “lacrime raccolte/ trasformate in diamanti” (in “Anima mia”, p. 57). Ogni sofferenza, ogni momento traumatico, anche se non verrà mai cancellato, verrà però mitigato e addolcito, tanto che il ricordo non sarà mai talmente doloroso da tentare il rifuto. E questo è sinonimo di amore, di amore verso il tempo (“Non chiedere il perché/ ogni singolo granello scorre,/ con il suo tempo, nella clessidra della vita”, in “Milonga dell’Angel”, p. 66), che solitamente viene visto, invece, come nemico numero uno, ed amore verso se stessa. Perché, com’è noto, per amare gli altri bisogna prima amare se stessi. Non si tratta di una frivola banalità, ma di una realtà concreta.

L’amore è presente in ogni lirica, o meglio bisognerebbe dire in ogni strofa, se non addirittura in ogni verso, ma è un amore eterogeneo e che non si riferisce solamente all’amato e quindi a un amore di coppia, a un amore che fa riferimento a un rapporto totalizzante tra gli amanti vissuto però come ringraziamento a Dio, ma molte liriche trattano dell’amore verso l’altro, qualsiasi sia l’altro, con un’evidente animo filantropico e solidaristico (“Non ti ho cercato/ e sei arrivato”, in “Fratello”, p. 44) che è proprio della stessa scrittrice. Chi ha avuto modo di conoscerla sarà infatti concorde con me in questo pensiero. L’amore di Dulcinea è l’amore verso l’amore, ossia verso tutto quello che nel mondo è causa e prodotto dell’autenticità e della bontà del genere umano. Ed è per questo che c’è sempre un richiamo all’unità, alla condivisione, all’apertura, al confronto, al saper “condividere” esperienze comuni, anche quando per carattere e sensibilità si è diversi:

 

Strade diverse,

possono insieme camminare,

anche quando il dubbio sconvolge?

Anche quando i tempi,

spingono avversi?

(in “Diversi e complementari”, p. 46)

Si potrebbe pensare, allora, che la silloge condivida una impostazione utopistica, che fa cioè delle “buone cose” una esaltazione ridondante che, ahimé, non corrisponde alla realtà contemporanea nella quale siamo chiamati a vivere. Ma sostenere qualcosa del genere significherebbe sbagliarsi di grosso e soprattutto non comprendere il vero animo della poetessa: Dulcinea, infatti, ricerca la bontà proprio nella semplicità, nei piccoli gesti che, apparentemente effimeri, ricoprono invece valore. Ed è qui la ricchezza, non tanto contenutistica, ma sensoriale che la poetessa è in grado di trasmettere, come nella bellissima “Rose rosse” dove sì il fiore è connotato per la sua bellezza, per i petali ed i boccioli, ma è allo stesso tempo il “luogo” dove nascono spine. Immagine semplice, ma che fa riflettere. E in questo percorso di “ri-scoperta” che la poetessa ci invita a fare sono di grande importanza le foto che, pur essendo in bianco e nero, arricchiscono l’intera silloge.

Degna di nota anche le composizione scritta a quattro mani con la poetessa Antonella Ronzulli, i commenti critici di validi scrittori tra cui Luciano Somma e Michela Zanarella, solo per citarne alcuni, e le varie liriche tradotte anche in altre lingue, segno evidente che la poesia di Dulcinea sia ampiamente apprezzata, non solo nel Belpaese, ma che deve essere tradotta, tramandata e ricreata abbattendo ostacoli o frontiere di ciascun tipo.

Una poesia talmente potente rende merito davvero a questo genere che in molti vogliono “morto” o “abusato”. Annamaria non gioca con le parole, le dispone una dietro all’altra come lente pennellate di un pittore.

Il risultato è notevole: ne fuoriescono immagini profumate e indelebili.

Ho letto, ogni tuo frammento di vita,

ho toccato, le tue stelle con il dito.

Ho visto i tuoi desideri, poiché erano anche i miei.

(in “Anima mia”, p. 57)

LORENZO SPURIO

(scrittore, critico-recensionista)

Jesi, 23-03-2013

Le rime del cuore attraverso i passi dell’anima

di Dulcinea (Annamaria Pecoraro)

Lettere Animate Editore, Martina Franca (Ta), 2012

ISBN: 9788897801467

Pagine: 178

Costo: 12€

http://www.lettereanimate.com/eshop/index.php?route=product/product&path=59&product_id=93

PASSI copertina

ANNAMARIA PECORARO, in arte Dulcinea, è nata nel 1981. Poetessa e collaboratrice per riviste cartacee e online e per diverse radio italiane ed estere, collabora anche con “Domus Aurea Magazine” di Laura Stradaroli, la rivista “Euterpe” diretta da Lorenzo Spurio e la rivista “Lu Papanzicu” di Filippo Cassaro. Giurata in concorsi di poesia, ha ricevuto numerose menzioni nazionali e internazionali. E’ presente in varie antologie poetiche ed è co-autrice di testi e di canzoni protetti in Siae con il cantautore siciliano Paolo Filippi.

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